Avevo attivato il piano a pagamento per scherzo, e invece vi siete già iscritti. Quindi ecco il primo contenuto in abbonamento di *golosini*. Dannazione come vola il tempo. Ne arriva (per ora) solo 1 x mese, promesso. In cui vi do consigli su come non buttare i 💸 quando mangiate fuori.
Cominciamo! 🚀
La paura pranzo a Milano è sempre un dito nell’occhio. Forse è per questo che Mattia Carzaniga (su Alfredo Magazine) l’ha paragonata a uno dei capolavori totali di quel pazzo folgorato, puntualissimo nella sua critica della classe sociale egemone nel mondo occidentale, regista Luis Buñuel: Il fascino discreto della borghesia (1972). Tutti in fila fuori dall’ufficio, catena di montaggio che ci portiamo anche a casa, abbrutendo il pasto che servirebbe invece a celebrazione della bellezza del nutrirsi: io, mo’, magno, e voi vi attaccate. Alla bottiglia, naturalmente.
Un piccolo mondo antico e perbenista, quello ritratto nell’universo buñueliano. Che offre, forse, un’immagine addirittura più azzeccata per icasticizzare la pausa pranzo dei fatturanti (e insomma di chiunque debba tornare a lavorare nel post- mezzodì) nella sua brutale anti-umanità. È uno dei fotogrammi più inquietanti della storia del cinema, e proviene da uno dei primi lavori del regista, Un chien andalou, co-scritto con Salvador Dalí e tra gli attivatori del Surrealismo al cinema: una lametta da barba viene passata sull’occhio ben aperto di una donna. Ecco: quando vedo la paura pranzo incombere, io vorrei passarmi una lama sulle iridi.
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